Ragadi al seno: cosa sono, come prevenirle e curarle

Ragadi al seno ragade allattamento capezzolo consulente allattamento consulenza allattamento gratis online

Ragadi al seno in allattamento: cosa sono

Le ragadi al seno sono piccole ferite, più o meno profonde, o delle abrasioni tra il capezzolo e l’areola che provocano un dolore talmente lancinante da scoraggiare l’allattamento anche nelle mamme più motivate.
Le ragadi al seno in allattamento sono purtroppo abbastanza frequenti anche se non è così scontato che chi allatti ne soffra. Per questo è inutile preoccuparsi eccessivamente prima di sapere come reagirà il proprio corpo.
Nelle primissime settimane di allattamento l’80-90% delle donne sperimenta una sensazione di dolore ma i casi di ragadi sono circa il 26% di queste ultime.

Preparare il seno all’allattamento in gravidanza

Preparare seno e capezzolo all’allattamento, già durante la gravidanza, è stato dimostrato non essere così determinante.
La formazione di ragadi al seno ha una natura meccanica, determinata dall’attacco del bambino al seno o dalla posizione scorretta durante la poppata.
Tenere la pelle idratata ed elastica non ha controindicazioni, soprattutto se alla mamma fa piacere prendersi del tempo per coccolarsi.
Ma per questo basta un semplice olio di mandorle naturale, senza spendere soldi inutilmente o perdere tempo con pratiche non necessarie e, spesso, fastidiose.

Causa delle ragadi al seno in allattamento

Impostare correttamente l’allattamento, fin dalle prime poppate in ospedale è fondamentale.
La principale causa delle ragadi al seno durante l’allattamento, infatti, è costituita da un attacco scorretto del bambino. Il bambino che fatica da attaccarsi al seno tira solo la parte centrale del capezzolo senza afferrare tutta l’areola. È quindi fondamentale che ostetriche e infermiere prima della dimissione si assicurino che l’attacco del bambino al seno sia corretto. Non è solo importante il numero delle poppate e il fatto che il bambino si attacchi al seno.
Per favorire il proseguimento dell’allattamento al seno dopo le dimissioni è importante scongiurare il verificarsi di quelle condizioni non fisiologiche che mettono una neomamma in difficoltà con l’allattamento, come ad esempio, le ragadi al seno.

Altre cause di ragadi al seno in allattamento

Il bambino si attacca bene al seno, con la bocca prende capezzolo e parte dell’areola. Nonostante l’attacco corretto si formano lo stesso le ragadi. Un’ulteriore causa di ragadi potrebbe essere la posizione allattamento. È importante controllare la posizione con cui la mamma tiene il bambino durante la poppata: pancia contro pancia, nasino di fronte al capezzolo, testa né troppo bassa, né troppo alta.
Un’ulteriore causa di ragadi potrebbe essere il frenulo sublinguale del bambino troppo corto; o ancora le caratteristiche anatomiche del capezzolo della mamma (ad esempio il capezzolo rientrante – ma si tratta di una condizione da approfondire caso per caso).

Come prevenire le ragadi al seno

Le ragadi al seno sono purtroppo molto comuni durante le prime settimane di allattamento, specie se si tratta della prima esperienza. O se si ha una particolare conformazione del capezzolo che rende più complesso l’attacco al seno del bambino.
Quindi il primo passo per evitare le ragadi al seno è farsi aiutare da una professionista dell’ospedale per controllare il corretto attacco del bambino al seno.
Inoltre, come abbiamo visto, anche la posizione in cui si tiene il neonato durante la poppata è molto importante; tenerlo troppo in basso o troppo in altro rispetto al seno o non far aderire bene la sua pancia al proprio corpo, mette il bambino in una posizione tale che lo costringe a tirare il capezzolo in una direzione innaturale e forzata, provocando così delle ferite o degli stiramenti dolorosi.
Adottare ad ogni poppata una posizione allattamento diversa (seduta, laterale, sdraiata) aiuta ad evitare la formazione di ragadi.
Cambiare posizione permette di non irritare il capezzolo e consente al bambino di fare pressione in aree diverse del capezzolo e dell’areola; questa accortezza consente di prevenire sia la comparsa di irritazioni e ragadi al seno, che di ingorghi mammari.

Rimedi per le ragadi: come curarle

Le ragadi diventano un problema quando provocano un dolore di intensità tale da scoraggiare l’attacco del bimbo al seno nonostante la forte motivazione della mamma.
Per questo motivo è importante abbattere qualsiasi posizione ferrea verso soluzioni che consentano alla mamma che vuole allattare di superare questo dolore con serenità.
La sopportazione del dolore in allattamento non ha senso e non porta ad altro che all’abbandono progressivo dell’allattamento al seno.

Come curare le ragadi?

Per curare le ragadi è fondamentale innanzitutto controllare le 4 cause principali delle ragadi:

  • attacco corretto del bambino al seno
  • posizione durante la poppata
  • frenulo corto
  • capezzolo introflesso

Il controllo di queste situazioni è importante richiederlo fin dai primissimi giorni a una consulente allattamento. Già in ospedale, le ostetriche possono verificare queste condizioni, correggerle o dare consigli utili per evitare la formazione delle ragadi.

Rimedi per le ragadi

Purtroppo spesso si interviene troppo tardi e le ragadi si sono già formate.
Una volta verificate e corrette le situazioni evidenziate in precedenza, esistono rimedi per gestire, curare e migliorare le ragadi in allattamento:

  • il cuscino allattamento: aiuta la mamma a posizionare il bambino all’altezza corretta senza affaticare eccessivamente le spalle e la parte cervicale. Soprattutto con poppate molto lunghe, man mano che ci si stanca e si perde la forza, il braccio che sorregge il bambino si abbassa rispetto al capezzolo. Questo provoca una trazione eccessiva che può causare ragadi o peggiorare quelle già esistenti;
  • il paracapezzolo aiuta a limitare la stimolazione diretta della pelle del seno. In caso di ragadi già formate, il dolore scoraggia l’attacco del bambino e compromette spesso il buon esito dell’allattamento al seno. Con il paracapezzolo in silicone la mamma sente sempre meno dolore fino a non sentirne più del tutto. Alcuni bambini rifiutano il paracapezzolo. Si potrebbe provare a bagnare il paracapezzolo con un po’ di latte materno spremuto, appena prima della poppata;
  • la lanolina: una pomata naturale, molto “collosa” e consistente che ha un effetto idratante senza paragoni. Aiuta a mantenere la pelle idratata ed elastica e allevia notevolmente il dolore causato dalle ragadi, permettendo al seno di abituarsi gradualmente alla suzione. La lanolina consente la cosiddetta “cicatrizzazione umida” della ragade. Questa si è vista essere la condizione migliore per curare una ragade. Il vantaggio della lanolina è che essendo un componente naturale può essere mangiata dal bambino. La mamma quindi può spalmarsela al bisogno, anche durante la poppata;
  • i paracapezzoli d’argento: l’argento è un disinfettante naturale che aiuta le ragadi a rimarginarsi;

Uno dei migliori rimedi per le ragadi al seno in allattamento è spremere un po’ di colostro o latte materno sul capezzolo. Il latte materno ha grandi proprietà disinfettanti e cicatrizzanti che permettono di curare le ragadi e ridurre i tempi di guarigione. È inoltre fondamentale non creare situazioni di umidità intorno alla ragade. Un rimedio utile per curare le ragadi è quindi lasciare il seno scoperto il più possibile, senza indossare né reggiseno né coppette assorbilatte.

Ragadi sanguinanti: si può allattare?

Le ragadi al seno, di per sé, non costituiscono un limite all’allattamento. Si può tranquillamente allattare con le ragadi, anche se si tratta di ragadi sanguinanti. Anche se il bambino dovesse ingoiare sangue durante l’allattamento, questo non comporta nessun problema per il bambino.
Il problema delle ragadi è il dolore che prova la mamma durante la poppata.
Una volta corrette le condizioni che hanno causato la formazione delle ragadi, la ragade dovrebbe rimarginarsi e guarire entro qualche giorno (massimo una settimana).

Ragadi dolorose e sanguinanti: interrompere l’allattamento?

A volte il dolore è talmente intenso da scoraggiare la poppata. Piuttosto che interrompere l’allattamento è bene procurarsi i paracapezzoli in silicone.
I paracapezzoli in silicone riducono notevolmente il dolore causato dalle ragadi. Usati con moderazione permettono alla mamma di proseguire con l’allattamento al seno evitando blocchi psicologici legati al dolore durante la poppata.
È importante tenere monitorata la ragade e verificare che stia migliorando e si stia rimarginando.
Le ragadi sono una delle principali cause della mastite. È importante sottolineare che nemmeno la mastite rappresenta un limite per l’allattamento. Anzi, l’evidenza dimostra che le mastiti guariscono prima se oltre al trattamento farmacologico l’allattamento non viene interrotto. È comunque sempre meglio evitarla con un sostegno all’allattamento adeguato nella cura delle ragadi prima che la situazione peggiori.

Sostegno gratuito allattamento

In allattamento per ogni problema esiste sempre una soluzione.
È importante che ogni neomamma possa chiedere supporto appena ne sente la necessità.
Prima si affronta il problema, prima si trova la soluzione.
Per questo offro un servizio di sostegno gratuito allattamento come mamma alla pari (peer supporter).
Per la tua consulenza allattamento gratis puoi contattarmi in ogni momento:

La consulenza allattamento potrà essere in presenza o online (in questo caso potrebbe essere necessario inviarmi dei video della poppata). Qualora fosse necessario un supporto professionale ti consiglierò una consulente allattamento IBCLC. Le consulenti allattamento IBCLC potranno seguirti e darti il giusto sostegno per un allattamento al seno positivo e sereno.

Facebook