Nella fase dello svezzamento, sia che si scelga lo svezzamento classico o l’autosvezzamento, uno dei dubbi che assilla i genitori è: quale cibo comprare per bambini e neonati?
Il cibo degli adulti è sicuro per i bambini piccoli?
Cibo normale o Baby Food?
Il dubbio su quali alimenti scegliere per lo svezzamento assume ancora maggiore importanza nel caso di autosvezzamento.
Nell’autosvezzamento, infatti, il presupposto è che lo stesso cibo cucinato per tutta la famiglia sia adatto anche a un bambino di 6 mesi.
Ma quali sono gli accorgimenti per comprare cibo sano e sicuro per lo svezzamento?
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Baby Food: il cibo specifico per bambini
Per Baby Food si intende quella gamma di preparati industriali destinati all’alimentazione del neonato, in particolare nella fase dello svezzamento.
Ci rientrano farine, omogeneizzati, liofilizzati, sughi, pastine, biscotti, yogurt, succhi, tisane e tutto quello che viene pubblicizzato come specifico per i bambini, trasmettendo il falso messaggio che il cibo normale non sia adatto allo svezzamento di un bambino.
È chiaramente fondamentale selezionare cibi sani, il più possibile biologici e non trattati chimicamente, meglio ancora se a km 0 e a basso impatto ambientale (per una questione di sostenibilità e di etica che è bene fare propri e insegnare ai propri figli). Ma questo non significa che sia necessario orientarsi verso alimenti apposta per i bambini.
Quali alimenti scegliere per lo svezzamento?
In realtà, a partire dal sesto mese di vita l’organismo del lattante e, in particolare, il suo intestino è maturo e sostanzialmente in grado di digerire tutti i nutrienti introdotti con l’alimentazione solida.
Di fatto, il Baby Food nasce per la pratica scorretta che si è diffusa a partire dagli anni 50, che prevedeva oltre al progressivo abbandono dell’allattamento al seno, uno svezzamento anticipato. Assaggini a 3 mesi o 4 mesi con la scusa di abituare il bambino al cucchiaino o con l’idea totalmente errata che il latte (soprattutto quello materno) non fosse più sufficiente né come quantità né come qualità o per l’idea, più recente, che l’introduzione anticipata di alcuni alimenti potesse scongiurare il rischio di allergie.
Tutte teorie per la maggior parte smentite o prive di qualsiasi evidenza scientifica o senso logico.
Se lo svezzamento avviene nel rispetto dei tempi e non prima dei 6 mesi, l’intestino del bambino è pronto per ricevere gli alimenti normali e per digerirli senza problemi.
Svezzamento e allergie alimentari
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte sottolineato come il latte materno sia alla base della riduzione del rischio di sviluppare allergie alimentari.
Di certo, l’allattamento non potrà escludere in maniera assoluta il rischio di allergie, ma le ricerche dimostrano che allattare esclusivamente fino a 6 mesi e proseguire fino a 2 anni e oltre, riduce notevolmente il rischio di sviluppare allergie alimentari durante lo svezzamento o negli anni a seguire.
È importante inoltre precisare che gli ultimi studi dimostrano che le allergie alimentari nei bambini (e in generale) sono fattori che dipendono anche da questioni genetiche e di familiarità. A nulla serve quindi anticipare o ritardare l’introduzione di determinati cibi se non ad anticipare o ritardare la comparsa dei sintomi. Lo stesso vale per l’utilizzo del Baby Food: se un bambino è predisposto per manifestare delle allergie alimentari queste prima o poi si presenteranno. Non sarà l’utilizzo di cibo apposta per bambini a evitare che un bambino manifesti allergie.
Come evitare allergie alimentari nello svezzamento
Sarà invece piuttosto il rispetto dello sviluppo dell’apparato gastrointestinale ad avere delle reali ripercussioni: lo svezzamento si inizia non prima dei 6 mesi. Solo a questa età l’intestino del bambino è pronto a ricevere cibo diverso dal latte. Svezzare prima dei 6 mesi può avere diverse conseguenze negative. Prima fra tutte quella di una reazione spropositata del sistema immunitario a sostanze che l’organismo non è ancora pronto a ricevere. Sono queste reazioni che potrebbero portare in futuro allo sviluppo di allergie alimentari.
Anzi, la linea più moderna ritiene che esiste una finestra temporale nella quale è bene introdurre tutti i cibi, compresi quelli tradizionalmente allergizzanti (uova, pomodoro, fragole ecc.). Questo periodo è rappresentato dalle prime settimane dello svezzamento, tra i 6 e gli 8 mesi.
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Il Baby Food per lo svezzamento dei neonati
Gli errori e le superficialità sopra descritte hanno determinato il passaggio da uno svezzamento tardivo, affidato all’esperienza familiare e con alimenti domestici, a svezzare bambini piccolissimi.
A questo punto, consapevoli di trovarsi di fronte a un apparato digerente e a un sistema immunitario ancora immaturi, è stato necessario ricorrere ad alimenti speciali.
Si tratta appunto del Baby Food.
Cibo specifico per bambini, ad alta digeribilità, confezionato in maniera sterile e creato apposta a livello industriale, eliminando forzatamente qualsiasi complessità. Questo ha permesso di avere alimenti il più omogenei possibile da somministrare a organismi non ancora pronti a riceverli.
Baby Food: i vantaggi del cibo per bambini
Ovviamente il Baby Food non è da demonizzare. Le aziende produttrici di cibo per bambini sono sottoposte a controlli maggiori e i livelli di attenzione sono sicuramente al massimo. La scelta degli ingredienti, il loro trattamento e il confezionamento devono seguire regolamenti molto stringenti.
Inoltre non possiamo negarne i vantaggi del Baby Food: sono preparati pronti, spesso già suddivisi nelle giuste porzioni, comodi da trasportare anche fuori casa e semplici da utilizzare, senza grandi richieste in termini di preparazione.
Quindi, non sono alimenti dannosi come spesso si vuol far credere.
Si tratta di alimenti studiati appositamente per i bambini e ne rispettano la delicatezza e le necessità.
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Baby Food: è realmente necessario?
Il Baby Food è nato quindi per rispondere alla pratica scorretta di svezzare a 4 mesi o 5 mesi.
Le industrie alimentari hanno colto l’occasione per produrre cibi specifici per bambini, adatti a uno svezzamento anticipato.
Con gli anni si è presa lentamente coscienza dell’inadeguatezza di questa fretta immotivata di sostituire il latte con le pappe (infezioni intestinali, allergie, obesità). Sotto la spinta di organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità, Unicef), si è iniziato il cammino inverso. Le attuali raccomandazioni, infatti, suggeriscono di proseguire l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi e di mantenere il latte come alimento principale della dieta fino ai 12 mesi.
Lo svezzamento dopo i 6 mesi non rende più necessario il ricorso all’utilizzo di Baby Food.
Il costo del cibo per bambini è obiettivamente molto più elevato di tutti gli alimenti per adulti.
A 6 mesi un bambino è pronto per ricevere il cibo degli adulti, con la semplice accortezza di scegliere sempre cibo sano e controllato.
Libro sull’Autosvezzamento
Tutte le informazioni sull’autosvezzamento presenti nella sezione autosvezzamento, sono contenute nel libro “Dire Fare Svezzare – Autosvezzamento dalla A alla Z“.
Quando iniziare l’autosvezzamento, con quali cibi e molti altri consigli utili sull’autosvezzamento.
È importante che lo svezzamento sia vissuto come un momento sereno da parte di tutta la famiglia senza creare tensioni o preoccupazioni.
Il rispetto delle esigenze, delle richieste e dei tempi di ogni bambino sono alla base di un autosvezzamento sereno e positivo.