Autosvezzamento: cos’è?

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L’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta (ACR) potrebbe sembrare l’ultima moda in tema di educazione.
Approfondendo e documentandosi sull’autosvezzamento, invece, è evidente che non si tratti né di una moda né di una fissa di genitori alternativi. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nei suoi documenti ufficiali, sembra descrivere comportamenti che si avvicinano molto di più all’autosvezzamento rispetto allo svezzamento tradizionale.
L’autosvezzamento rappresenta quindi, a tutti gli effetti, un’alternativa molto valida per gestire il passaggio dal latte al cibo solido.

Autosvezzamento come iniziare

L’autosvezzamento viene definito anche alimentazione “a richiesta”. Alla base della filosofia dell’autosvezzamento c’è la convinzione che sia il bambino a segnalare la fame, come avviene nell’allattamento a richiesta.
I segnali di fame sono facilmente individuabile dai genitori se si permette al bambino di assistere ai pasti a tavola con gli adulti. Sarà lui ad allungare le mani o a imitare i movimenti della bocca per annunciare che è pronto a provare i cibi presenti a tavola.
A un certo punto il bambino inizierà ad afferrare quello che soddisfa il suo interesse. A volte lo porterà alla bocca, altre lo butterà per terra o se lo spalmerà sulla faccia. Attraverso questi segnali i genitori capiranno che l’interesse al cibo sta diventando sempre più consapevole. Una volta col cibo ci giocherà, una volta lo manipolerà, una volta lo assaggerà.
Inoltre, l’autosvezzamento si definisce alimentazione “complementare”.
Come previsto nelle indicazioni sullo svezzamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il latte (materno o in formula) rimane l’alimento principale della dieta del bambino fino ai 12 mesi.
Questo significa che anche durante lo svezzamento il latte andrà ad affiancarsi alla graduale introduzione di cibi solidi.

Autosvezzamento: quando iniziare?

Dopo i 6 mesi, le esigenze nutrizionali del bambino cambiano e diventa indispensabile l’introduzione di cibi diversi dal latte.
Lo sviluppo psicomotorio del bambino, introno ai 6 mesi, presenta un’accelerata. Diventa quindi fondamentale iniziare lo svezzamento, introducendo alcuni nutrienti che non sono più contenuti in quantità sufficiente nel latte (soprattutto il ferro).
Questo non significa che il latte debba essere drasticamente o sostanzialmente sostituito.
Nell’autosvezzamento il latte viene gradualmente “completato” con altro rimanendo ancora per parecchio tempo l’alimento principale della dieta del bambino.
Quando si dice “alimento principale” significa che se durante la fase di svezzamento il bambino beve più latte di quanto cibo solido assuma non esistono motivi per cui allarmarsi.
L’importante è che al latte vengano progressivamente affiancati cibi diversi che possano apportare nutrienti che nel latte (materno o in formula) non sono contenuti in quantità sufficienti.

Quando iniziare l’autosvezzamento?

Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono nette: lo svezzamento inizia a 6 mesi.
Prima dei 6 mesi l’organismo del bambino, il suo sistema immunitario e il livello di maturazione dell’apparato gastrointestinali non sono pronti a ricevere cibi diversi dal latte (materno o in formula). Questo vale anche per i cosiddetti “assaggini”.
Lo svezzamento prima dei 6 mesi è fortemente sconsigliato dall’OMS. Gli unici casi in cui è possibile procedere a uno svezzamento a 4 mesi sono i casi di grave denutrizione. Oppure i casi che presentano patologie particolari accertate e diagnosticate da unno specialista.
Oltre all’indicazione relativa a quando iniziare lo svezzamento o l’autosvezzamento, è importante monitorare il presentarsi di 3 segnali.
I segnali indicativi per provare a iniziare lo svezzamento sono:

  • perdita del riflesso di estrusione, ossia quel movimento che il bambino compie con la lingua quando beve il latte. Per questo molti bambini “sputano” le prime pappe. Il riflesso di estrusione è una difesa che l’organismo mette in atto per evitare il soffocamento. Se il bambino non è sufficientemente maturo e presenta ancora forte il riflesso di estrusione è inutile iniziare lo svezzamento.
  • stare seduto, anche se può ancora avere bisogno di un supporto. L’importante è che regga bene la testa e non abbia la necessità di mangiare semisdraiato.
  • interesse verso il cibo che si manifesta quando il bambino osserva con attenzione i genitori mentre mangiano, allunga le mani verso il cibo e prova a portarlo alla bocca.

Leggi anche: Autosvezzamento: quando iniziare

Libro sull’Autosvezzamento

Tutte le informazioni sull’autosvezzamento presenti nella sezione autosvezzamento, sono contenute nel libro “Dire Fare Svezzare – Autosvezzamento dalla A alla Z“.
I primi 1000 giorni di alimentazione dei bambini sono i più importanti perché costituiscono la base di un sano regime alimentare.
L’autosvezzamento rappresenta un’alternativa importante e fortemente sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’importanza dell’autosvezzamento non riguarda solo il livello nutrizionale ma contempla aspetti emotivi e di autonomia importanti. Inoltre, nell’autosvezzamento il bambino viene posto al centro e le sue esigenze diventano il criterio su cui regolare la proposta di cibo.
Il momento della pappa deve essere soprattutto un’occasione per stare insieme serenamente e condividere una tappa importante di crescita per tutta la famiglia.

Il libro sull’autosvezzamento “Dire Fare Svezzare – Autosvezzamento dalla A alla Z” è disponibile a questo link.

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